L’aceto balsamico, un po’ di storia

L’aceto balsamico deriva in realtà il suo nome dalla parola balsamo (radicata nel latino balsamum), che si riferisce a una resina o odore aromatico, nonché a una sostanza che lenisce, allevia o guarisce. Ma solo nel 18° secolo, quando la famiglia Estes si trasferì da Ferrara a Modena, il termine balsamico venne a riferirsi agli aceti di specialità locali della regione invecchiati in legno.

Quando la gente ha iniziato a produrre aceto balsamico?

La produzione di raffinati aceti di legno invecchiato in Emilia-Romagna può essere fatta risalire all’XI secolo quando era un ducato governato dalla famiglia Este. Nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, la classe dirigente godeva di aceti come una bevanda raffinata, che ritenevano essere un rimedio per la peste.

Il declino della famiglia Estes e Aceto Balsamico

Quando gli Ester furono infine estromessi dal potere, l’aceto balsamico ricadde nell’oscurità, un segreto per il resto del mondo e relativamente sconosciuto anche agli altri italiani. Tuttavia, ha continuato a essere una parte importante della vita a Modena e Reggio, dove il balsamico era visto come una forma d’arte e il suo uso era molto simbolico.

Come e quando le persone hanno usato l’aceto balsamico in passato?

Nuove botti furono avviate alla nascita di un bambino e regalate ai matrimoni. Le famiglie adorerebbero la loro riserva, tramandata di generazione in generazione, regalando aceti secolari solo come un dono speciale per amici preziosi, visitando dignitari e dottori. Al sicuro in soffitta, lentamente maturando in oro liquido nonostante l’attività frenetica della vita sottostante, l’aceto balsamico divenne un simbolo di pace.

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